se fosse uno dei cinque sensi sarebbe il sesto.
la sensibilità nell’interpretare le esigenze di chi vivrà una casa spinge mirko
moriggi fino all’essenza della spontaneità dell’abitare con progetti dedicati allo
star bene con se stessi, pensati per emozionare e per accogliere.
se fosse una forma sarebbe un contenitore di luce.
la predilezione va a forme architettoniche solide e regolari che, incontrandosi,
generano nuovi modi di abitare che si adattano armoniosamente al vivere
quotidiano. i muri scanditi da grandi vetrate, annullano i confini con l’esterno
facendo sì che luce e natura si specchino all’interno.
se non fosse un architetto sarebbe un illusionista.
le case non hanno bisogno di molti mobili ma della loro funzione.
così nascono le pareti-schermo e i “contenitori” d’incanto spariscono alla
vista, creando ambienti ariosi, che semplificano la vita.
se fosse un minerale sarebbe oro, perché è oro tutto quel che luccica.
ogni dettaglio scelto con cura accende di nuova luce gli ambienti, anche
contestualizzando le tracce del passato - da un pilastro a un secretaire, a una
lampada - perché la vita si svolga in una casa che ci assomigli.
se fosse un colore sarebbe il bianco, la somma di tutti i colori.
il bianco, una delle cifre stilistiche di mirko moriggi, dà risalto alle tonalità
scure che conquistano pareti e soffitti di alcuni ambienti. una scelta che
può apparire come un azzardo in tanto candore, che si rivela invece forte e
ponderata.
se fosse una dimensione sarebbe spazio.
liberare l’orizzonte senza impedimenti, attraversare una scala di vetro con lo
sguardo fino a perdersi nella magica armonia del giardino, un fuori che entra
in noi e ci riposa, spazi che non contengono ma liberano.
se fosse un materiale sarebbe ferro.
il percorso di scoperta continua e nuove fascinazioni nascono da materiali
grezzi come il ferro e il legno fossile. mentre ottone e alpacca vengono
trattati in modo nobile perché la materia si trasformi e divenga racconto.
materia alla materia, forza alla forza con la sensibilità di un artista che i
materiali li conosce e li seleziona per donare loro nuova vita.
la quadratura del cerchio.
e poi c’è nadia, lei è gentilezza e armonia, praticità e poesia: “necessaria ai
miei spigoli - dice mirko moriggi - “ecco, è lei la quadratura del cerchio. nel
mio lavoro e nella vita, la mia compagna”.